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Nostra, network of straits otto stretti dalle Bocche di Bonifacio alla Manica si confrontano a Porto Conte

banner_nostra_d0Questa mattina (martedi 2 ottobre) la sala conferenze di Casa Gioiosa ospiterà il forum internazionale dal titolo ´La normativa internazionale sugli stretti d´Europa: trasporti, biodiversità e sviluppo sostenibile". Un confronto cui prenderanno parte i rappresentanti di tutti i territori sparsi per l´Europa che hanno aderito al progetto. Si scrive Nostra, che sta per Network of Straits, ed è il patto che sancisce l´alleanza delle terre di confine tra il mare e i Paesi del Vecchio continente per l´ideazione e la realizzazione di politiche comuni per la soluzione di problematiche comuni in tema di ambiente, economia, turismo e trasporti.

Il progetto, inserito nell´ambito del piano operativo Interreg IV C – il cui obiettivo di fondo è proprio quello di elaborare, valorizzare e disseminare buone pratiche all´interno dell´area comunitaria tra territori che vivono in analoghe condizioni, tanto sul piano socio-economico che dal punto di vista logistico-geografico – ha portato alla creazione di un sistema riconosciuto dalle istituzioni comunitarie, per identificare le zone litoranee e il loro immediato retroterra come un laboratorio privilegiato per la sperimentazione di innovative politiche europee in campo ambientale, economico e sociale.

La Provincia di Sassari è tra i promotori di Nostra. A sostenere per primi l´iniziativa sono stati infatti i territori già uniti da fitti e proficui rapporti di collaborazione in ambito comunitario. Tra questi anche il Nord Ovest Sardegna, che attraverso l´amministrazione provinciale porta avanti un´esperienza ultradecennale di cooperazione transfrontaliera con la Corsica, facendo dello Stretto di Bonifacio – inteso nella sua estensione più ampia – una delle esperienze più feconde per quanto riguarda lo spazio mediterraneo e uno dei laboratori più interessanti per il nascente network europeo.

«Fino a oggi le politiche di coesione e di sviluppo europeo si sono basate sull´interpretazione del mare come elemento di divisione, come se il mare fosse un ´territorio´ di per sé, un´area per la quale costruire apposite politiche di tutela e protezione», spiega il presidente Alessandra Giudici. «La difficoltà di identificare il mare come elemento di unione deriva dalla complessità prodotta dal multilateralismo dei bacini, come nel caso del Mediterraneo – aggiunge – e dalla conseguente difficoltà di rendere coerenti e complementari politiche e strategie di più Stati». Ma tale criticità, è la convinzione del presidente, «si riduce negli Stretti, dove le convergenze si limitano ad ambiti bilaterali, siano essi transfrontalieri o transnazionali». Attraverso l´accordo sottoscritto in primavera, i rappresentanti delle istituzioni locali di 10 Paesi membri si alleano per chiedere all´Europa che le politiche comunitarie riconoscano e tengano conto delle peculiarità degli Stretti, anche attraverso l´inclusione di quelli che vengono definiti ´sistemi territoriali complessi´ tra le priorità dei programmi europei per il periodo che va dal 2014 al 2020, la cui definizione è già in avanzata fase di studio. «In tutta Europa si è fatta strada l´idea di costruire il network europeo degli Stretti, un sistema di lobbying e di governance in grado di far identificare le zone litoranee come laboratori per l´attuazione di politiche europee ad hoc, non legate esclusivamente alla politica del mare ma costruite sulle Politiche degli stretti», dice l´assessore provinciale della Programmazione, Enrico Daga. «Attraverso l´accordo poniamo le basi per strutturare una serie di azioni e progetti comuni – aggiunge Daga – per promuovere lo sviluppo economico, la protezione ambientale costiera, il trasporto, la logistica e gli scambi socio-culturali tra tutti i territori interessati». Obiettivo rispetto al quale, insiste ancora l´assessore, «serve che tutte le istituzioni isolane e tutti gli attori politici, sociali, economici e culturali acquisiscano consapevolezza di ciò che potremmo rappresentare in Europa».

Comunicato a cura della Provincia di Sassari

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