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La bioregione urbana come strumento di sviluppo per l´area vasta del Sassarese, il punto di vista del Direttore del Parco di Porto Conte Mariano Mariani

mariano-mariani(1)L´importanza delle aree protette e dei parchiper lo sviluppo dell´area vasta sassarese.

E´ di questi giorni la notiziache i vertici istituzionali della Rete metropolitana di Sassari abbianoapprovato una proposta del Consorzio industriale di Sassari per il rilanciodell´economia e dell´occupazione. Si tratta di interventi infrastrutturalifinalizzati alla riconversione industriale del territorio. Senza entrare nelmerito della proposta, pare opportuna una riflessione di metodo. La Retemetropolitana di Sassari, nata a seguito della legge di riforma delle autonomielocali della Sardegna, proprio in virtù di tale legge, dovrebbe oggi essereimpegnata nella definizione della pianificazione strategica di area vasta edella conseguente proposta progettuale da negoziare con la Regione nell´ambitodella programmazione territoriale finanziata con i fondi strutturali dellaprogrammazione europea 2014-2020. Come si colloca la proposta del Consorzioindustriale all´interno di quella che dovrebbe essere la più ampia strategia disviluppo dell´area vasta sassarese ancora in corso di definizione? Rispetto aquale modello di sviluppo tale rilancio industriale va attuato? Ci si riferiscead un modello correttivo di quello centrato sulla industrializzazione pesanteche abbiamo già conosciuto (e i cui effetti fallimentari sono ben noti), oppuresi pensa ad un modello totalmente alternativo? La preoccupazione non è soloquella che si perseveri in soluzioni rivelatesi fallimentari sotto tuttiprofili, ma anche quella di anteporre leesigenze di contrasto della grave crisi industriale, alla più ampia esigenza didefinire ed avviare un nuovo modello di sviluppo del Nord Sardegna. Le finalitàdel Consorzio industriale sembrerebbero volte a colmare lo storico deficitinfrastrutturale dell´area industriale (porto, strade, depuratore, retienergetiche, zona franca). Nessuno può obiettare circa la necessità che la Sardegnadebba azzerare il proprio gap infrastrutturale rispetto alle altre regioniitaliane. Entro tale quadro la vertenza è già stata portata all´attenzione delgoverno nazionale nel quadro del ´patto per il Sud´, anche se con esiti almomento ancora sconosciuti. Differenti, invece, sono i percorsi che irappresentanti istituzionali del territorio sassarese devono mettere in campoper rilanciare lo sviluppo locale. Differenti sono anche le risorse finanziariedisponibili. Mentre per la vertenza con lo Stato il riferimento è quello delfondo nazionale per lo sviluppo e per la coesione, per la programmazioneterritoriale e lo sviluppo locale si tratta in prevalenza di risorse"aggiuntive" legate ai fondi strutturali europei che vanno utilizzatiper la crescita e lo sviluppo attraverso processi partecipativi degli attorilocali. E´ allora ben chiaro il compito prioritario che spetta oggi ai verticidella rete metropolitana sassarese: dotare innanzitutto l´area vasta di unnuovo modello di sviluppo, approvare in coerenza un piano strategico ed avviareil negoziato con la Regione per sottoscrivere al più presto, come hanno giàfatto alti territori regionali, l´accordo di programma che assegnerà le risorsefinanziarie alla rete metropolitana secondo le procedure contenute nell´Avvisopubblicato dal Centro regionale di programmazione già dall´aprile 2015. Conriferimento ai contenuti del nuovo modello, i pianificatori dell´area vastasassarese dovrebbero tenere nella dovuta considerazione i più recenti sviluppidella letteratura in materia di sviluppo locale ed i nuovi paradigmi che stannoorientando le scelte strategiche di territori con caratteristiche similari aquello sassarese. In particolare il tema centrale è quello delle nuoverelazioni funzionali fra le componenti ambientali ed antropiche di un datoecosistema territoriale. Una rispostaoriginale per la prospettiva di sviluppo locale dell´area vasta sassaresepotrebbe essere fondata sul modello della "bioregione urbana": unprogetto sociale ed economico centrato su fitte e dense relazioni reticolaritra i centri urbani, le attività agricole e rurali, le aree naturali protette.In questa direzione importanti potrebbero essere i contributidell´Amministrazione comunale di Alghero che su questi temi già da qualche annoha lanciato i laboratori di ´mondo rurale´ e più recentemente sta supportandole azioni di sistema ´città-agro´ promosse dal Parco di Porto Conte.

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