5.000 ettari di cose da raccontare, vedere, sentire, conoscere, amare, proteggere. Anche in questi termini potremmo descrivere il Parco Regionale di Porto Conte, ossia come un paesaggio emotivo, come un porto d´anime, un viaggio da affrontare con la mente o, se preferite, con il cuore, organo dove anticamente si riteneva avessero sede anche i pensieri, non soltanto le emozioni.

Se nel resto del nostro sito troverete ogni informazione detta con il rigore della scienza e con un indispensabile equilibrio istituzionale, nelle pagine di questo blog, invece, vorremmo piuttosto che entraste in contatto con le suggestioni e le risorse poetiche che pure abbondano nel Parco, con un linguaggio più libero di provocare la fantasia e d´accendere risonanze più intime e considerazioni meno dimostrabili. Conserviamo la natura, è vero, ma la conserviamo anzitutto per le persone, perché possano popolarla di significati, perché possano nutrirla di senso. Qualunque paradiso terrestre, per quanto splendido e lussureggiante, quando sia privo dell´impronta umana, è pur sempre un al di là indifferente e, letteralmente, disumano. Ricordate il racconto della Genesi? ´Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all´uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l´uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome´ (2, 19). Questo darle un nome, questo trovare linguaggi per esprimerla e chiamarla è il nostro modo per umanizzare la natura e, al tempo stesso, per naturalizzare l´umano. Ecco, dunque, cosa in fondo il nostro blog aspira a essere: un apporto squisitamente umano alla bellezza del Parco Regionale di Porto Conte. Ci auguriamo che possiate apprezzarlo.