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Piena libertà agli scatti amatoriali, ma attenzione ai luoghi prescelti e massimo rispetto nei confronti della fauna.

Crescono ogni fine settimana i visitatori al Parco di Porto Conte e complice il bel tempo e l’imminente arrivo della primavera cresce la voglia di selfie e di fotografia con lo sfondo dei più bei luoghi dell’area protetta. Piena libertà agli scatti amatoriali, ma attenzione ai luoghi prescelti e massimo rispetto nei confronti della fauna.

L’appeal del Parco naturale regionale di Porto Conte e dell’Area Marina Capo Caccia –isola Piana in queste settimane, complice il bel tempo e la voglia di stare all’aria aperta, sta registrando numeri interessanti e parallelamente l’Ente gestore si sta adoperando per moltiplicare i servizi e far ripartire tutti i punti di attrazione compatibilmente con le prescrizioni legate all’emergenza sanitaria. Cresce anche la voglia di “selfie” con sfondo i più bei panorami di Porto Conte e Capo Caccia. Tutto lecito e anzi “postabile” e “taggabile” come si usa in gergo “social”. Ma attenzione, proprio perché ci si trova in luoghi protetti e preziosi occorre essere sempre rispettosi dell’ambiente e delle specie florofaunistiche in particolare. Ecco perché anche il Parco di Porto Conte come tante aree protette dal mese di marzo 2020 si è dotato di un disciplinare d’uso delle immagini dell’area protetta. Un disciplinare che innanzitutto ribadisce un principio fondamentale ogni nostro comportamento può essere oggetto di impatto negativo e quindi disturbo in particolare per gli animali selvatici. Nel senso che la libertà, come si sa finisce dove inizia quella degli altri, ed in questo caso degli esseri più indifesi cioè animali e vegetali. Anche le foto, le riprese video e anche quelle con attrezzature tra le più tecnologiche può essere quindi oggetto di pericolo e disturbo. Specialmente quando per uno scatto originale ci si imbatte nella presenza di un nido o un animale di passaggio e si cerca di immortalarlo a tutti i costi. Con questo spirito e’ nato quindi un disciplinare che peraltro segue anche l’adozione di un codice deontologico della fotografia naturalistica promosso nell’ambito del progetto life “Under griffon wings”. Nessuna preclusione agli scatti fatti con lo sfondo l’isola Foradada o le falesie di Capo Caccia tanto per fare un esempio, ma attenzione invece agli scatti che possano compromettere la tranquillità della fauna. Il disciplinare inoltre, ha lo scopo di governare anche l’uso lucrativo (a fini commerciali) delle immagini del Parco che in questo caso devono essere assolutamente autorizzate soprattutto per verificare la compatibilità dei luoghi prescelti e per le quali è previsto anche un onere concessorio a parziale copertura delle spese derivanti dall’integrativo controllo e verifica degli impatti al termine delle riprese. Anche l’uso seppure amatoriale del drone dovrà essere autorizzato proprio per la verifica della compatibilità o meno dei luoghi dove si intende sorvolare e se si è in possesso anche dei brevetti abilitanti. Non è un caso che anche l’Enac, ente nazionale per l’aviazione civile, abbia diramato l’informativa che per il sorvolo sopra le aree protette occorre acquisire specifico nulla osta. Insomma nessun divieto per chi vuole fare foto al Parco, ma solo attenzione e rispetto dei luoghi e della fauna selvatica. Gli uffici sono inoltre a disposizione per qualsiasi chiarimento e il disciplinare è consultabile sul sito web algheroparks.it nella sezione regolamenti.

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